giovedì 10 marzo 2016

Recensione di Anna Vasta su Viaggio alla frontiera del Non Essere


“La poesia di Giorgio Caproni , in fondo, intende comunicare poche cose, tutte ridotte all’osso, e tuttavia il suo diventa un discorso tra i più completi che si siano avuti nell’ambito della poesia del Novecento.”
Franco Pappalardo La Rosa( critico, poeta , narratore) nel suo saggio ” Viaggio alla frontiera del Non-Essere” (Ed. Dell’Orso- 2006 -Collana diretta da Giorgio Barberi Squarotti) sulla poesia di Giorgio Caproni.
Una lettura critica, quella dell’Autore, rigorosa ed empatica, che scava nel discorso poetico di Caproni come in una miniera- per usare una metafora dello stesso poeta: il poeta è un minatore- con un indefettibile accanimento, sino a estrarre l’essenza scabra del suo Pessimismo, anche quando si traveste di liriche evanescenze, o si camuffa dietro i non sense, i paradossi , i giochi linguistici surreali, il ghigno amaro, mai maligno, sulle incongruenze dell’esistenza.
Il percorso poetico di Caproni si configura nel saggio di Franco Pappalardo La Rosa come un itinerarium mentis in Deum, durante il quale Dio sembra giocare a nascondino con l’uomo( il Deus absconditus) che gli dà la caccia senza tregua, ma anche senza speranza di catturarlo, egli stesso predatore e preda.
“Un viaggio al termine della notte” che non approda a una meta, a un arrivo, visto che partenza e arrivo coesistono in una circolarità chiusa dove il nulla della non esistenza, la morte, non si diversifica da quell’altro nulla della pre-esistenza, il vuoto che è prima della nascita.
E come il senso della vita, dicono si riveli ai moribondi per lampi al momento della fine, così Dio s’intravede nell’atto della negazione del suo esistere.
“Un’ateologia” che somiglia molto a una teologia negativa. Una ricerca poetica che approda ad una scarnificazione non solo del verso, ma anche del lessico, pur conservando “una incrollabile fede nella parola”. Una “professio” quella della parola- dice l’autore- estrema, pronunciata con umiltà, con voce sommessa, rauca, di canto secco e contestuale secco controcanto”.


Anna VASTA

Ringrazio ancora Anna Vasta